Il consiglio di lettura che mi appresto a presentarvi è uno di quelli ai quali tengo in particolar modo perché racconta la storia del mio gruppo musicale preferito in assoluto: Solo amore dei Colle der Fomento curato da Fabio Piccolino, edito da MiniumFax.
Il libro è una sorta di intervista che Piccolino fa sia a Danno (Simone Eleuteri) e Masito (Massimiliano Piluzzi), i due coautori del libro, che a tutta quella gente che è gravitata attorno a loro, incluso Dj Baro (Alessandro Tamburrini) attualmente parte della formazione.
Questo è un testo fondamentale per chi vuole capire di più sulla musica rap ma soprattutto per chi vuole ben comprendere cosa sia stata e cosa è attualmente la cultura Hip Hop in Italia.
Attraverso un excursus temporale, i vari protagonisti di questo libro accompagnano il lettore in un viaggio alla scoperta, passo passo, della musica rap in Italia, partendo dai gradini di Piazzale Flaminio della Capitale (altra protagonista indiscussa della storia dei Colle der Fomento) fino ai palchi più importanti d’Italia e non solo.
Un viaggio fatto attraverso i luoghi, i protagonisti ma in particolare fatto attraverso le canzoni. Infatti, l’analisi “track by track” di ogni album pubblicato dal gruppo è sicuramente uno dei grandi pregi di questo libro, Fabio Piccolino attraverso questo tipo di approfondimento fa scoprire al lettore/fan come vengono create e costruite le canzoni; cosa c’è dietro la scrittura di ogni singolo testo; le infinite citazioni e i riferimenti più o meno evidenti che vanno dai film ad altre canzoni.
Solo amore oltre a tutto questo è un viaggio nelle vite dei protagonisti, attraverso le aule universitarie frequentate da Simone, ma anche mediante le fatiche di un lavoratore instancabile come Massimiliano.
Un libro che parla degli uomini, prima che artisti, e di quanto ci sia di personale nelle loro canzoni.
Attraverso la lettura, pagina dopo pagina, leggiamo la crescita sia personale che professionale di questi ragazzi, una crescita attualmente “cristallizzata” nell’album Adversus.
Proprio quando si arriva al capitolo 17, quello che riguarda la gestazione di Adversus, ci si rende conto che in realtà la parte precedente del libro non è altro che un preludio a quella successiva nella quale c’è un concetto che aleggia nell’aria ma ancora non ben definito.
Un concetto che si materializza nel diciassettesimo capitolo: Che cosa hai fatto per tutto questo tempo?
Una frase iconica nella cultura cinematografica, perché ripresa dal film “C’era una volta in America” di Sergio Leone; ciò che invece ha illuminato la sottoscritta, leggendo questa domanda, è la frase che invece ispirò Sergio Leone, ossia il principio de Alla ricerca del tempo perduto di Marcel Porust.
Infatti, la frase pronunciata dal personaggio Noodles “sono andato a letto presto” è un riferimento (non l’unico del film) all’inizio del primo libro che compone l’opera di Proust, La strada di Swann precisamente: Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera.
Ma, cosa potranno mai avere in comune Proust, C’era una volta in America e i Colle der Fomento? Se dovessi scegliere una sola parola, sarebbe Memoria.
Sì, perché già nella seconda metà del libro Solo Amore, quando i protagonisti cominciano a parlare delle proprie storie personali, ecco che si insinua il concetto del tempo che passa, della nostalgia verso un periodo ormai irripetibile, verso i vecchi supporti analogici che davano un suono diverso alla musica, l’ansia verso il tempo che passa e verso la Grande bastarda che è lì che aspetta, tutto ciò che appunto concerne il concetto di memoria, ma sempre con la consapevolezza di tutte le battaglie vinte e soprattutto perse.
Un altro elemento in comune sta nel fatto che Proust impiegò ben 16 anni per scrivere la sua più grande opera, allo stesso modo anche i Colle der Fomento sono sempre stati oculati nei tempi impiegati per scrivere e pubblicare album, con buona pace dei fan affamati; anni che sono serviti per arrivare alla loro più grande opera, secondo il parere di chi scrive, Adversus.
Concludo ringraziando personalmente Fabio Piccolino per aver realizzato una mia vecchia fantasia, rendendomi/ci partecipe di una grande storia, un percorso bellissimo che ora continuerò a sostenere con ancora più consapevolezza.
In attesa di un nuovo album o di un romanzo scritto da Simone o Massimiliano (scrivete da dio, pensateci), non mi resta che augurarvi buona lettura.
Infine consiglio, durante la lettura del testo, di avere a portata di mano un’applicazione qualunque per la riproduzione di brani musicali, perché questo libro è una mini enciclopedia del rap!
BARO: In questi anni passati insieme abbiamo suonato innumerevoli volte dal vivo. Il mio amico Marco Sabbatini mi ha sempre ripetuto nel tempo che il nostro “fenomeno” andrebbe studiato per come, pur non facendo alcuna promozione, o facendone pochissima, siamo riusciti a fare concerti per anni, senza fermarci mai.
Neanche io so spiegarlo bene, ma quello che ho compreso è che i Colle der Fomento rappresenta, in modo universalmente percepito e riconosciuto, un modo unico di fare musica. Quando ripenso a tutto quello che ho vissuto fino ad oggi, la cosa più bella in assoluto è stare insieme sul palco. Quando siamo lì sopra non lo facciamo per i soldi o per chissà quale altro motivo, ma perché è stata la nostra linfa vitale. Ci mettiamo il cuore e credo tutto noi stessi e probabilmente esprimiamo qualcosa che il pubblico avverte: la nostra passione è arrivata in maniera genuina alle persone che ci hanno seguiti nel tempo.