Il consiglio di lettura di questa settimana è un saggio su uno dei registi più amati nel campo del cinema horror, “John Carpenter, il regista di un altro mondo” scritto da Edoardo Trevisani.
Questo saggio è consigliato non solo ad amatori del genere ma anche a chi non ha visto neppure un film di Carpenter, la bravura di Edoardo ha il potere di incuriosire qualsiasi lettore/ lettrice.
Il testo è strutturato attraverso capitoli che trattano i film di Carpenter in maniera cronologica, questa struttura permette di comprendere a pieno lo stile e l’evoluzione del cinema di Carpenter.
Ciò che più volte viene sottolineato nel saggio è lo stile inconfondibile di Carpenter che in ogni film fa di tutto affinché il male non sa individuabile facilmente, il confine tra bene e male sia labile e, soprattutto, ha il potere in alcuni casi di far identificare il pubblico con il personaggio negativo.
Partendo da “Halloween- la notte delle streghe” dove il viso di Michael Myers non sarà mai visibile, passando attraverso “Fog”, dove i fantasmi arrivano attraverso la nebbia, fino ad arrivare a “La cosa”, nel quale c’è questa entità malvagia che assume di volta in volta sembianze sempre diverse. Questi sono solo tre esempi ma possiamo assolutamente affermare che tutto il cinema di Carpenter sia stato concepito attraverso la sollecitazione della nostra primitiva paura dell’ignoto, la “paura dell’uomo nero” della quale abbiamo tutti “sofferto”.
Proprio per questo, secondo il parere di chi scrive, i film di Carpenter, seppur datati e con effetti speciali considerati “obsoleti”, sono ancora in grado di spaventare e riflettere.
Edoardo Trevisani durante l’analisi di ogni film sottolinea proprio questo aspetto che fa di Carpenter il re del genere horror.
Quello di Edoardo è un saggio ben scritto, non eccessivamente tecnico e ciò permette di essere apprezzato sia da specialisti nel campo che da semplici spettatori.
Questo è un saggio che vi farà venire la voglia di vedere un film di Carpenter, specie oggi che siamo ormai assuefatti ad ogni tipo di violenze e orrori; personalmente credo che i film di Carpenter siano utili come chiave di lettura di questo mondo imbarbarito.
Guardare oggi “Essi vivono” penso che sia davvero illuminante e fondamentale, la perfetta rappresentazione della società in cui viviamo. A trentatré anni di distanza, questo film è tuttora perfettamente sovrapponibile alla “realtà” che ci circonda.
Tutto questo per dirvi di leggere assolutamente questo saggio magistralmente scritto da Edoardo, che non ci fa mancare le sue puntuali e precise analisi, e soprattutto (ri) guardiamo i film di John Carpenter, sono molto più politici di qualunque altro genere di film.
Certo, c’è qualcuno che può mettere un po’ di sabbia negli ingranaggi del potere, infilare il bastone fra le ruote al folle presidente di turno in preda al deliri di onnipotenza: «Giù i pantaloni, signor Presidente: è ora della sculacciata», dice Cuervo Jones, in diretta mondiale. Ma non illudiamoci, non serve a niente, è solo parte del problema. Più le cose cambiano, più restano le stesse. In realtà è a noi che guarda Jena. Siamo noi i complici di questo circo mediatico in cui la repressione è specchio della nostra emotività e dei nostri desideri superflui. Siamo in piena “disneyficazione della Terra” e il nostro peggior nemico è l’interferenza che può disturbare la nostra visione in streaming. Non vogliamo distrazioni. Abbiamo paura di indossare le lenti speciali che ci mostrano la verità.
Jena Plissken/John Carpenter è la bomba che vuole far saltare il sistema asfissiante in cui abbiamo deciso di vivere le nostre vite inautentiche, come quelle dell’equipaggio della Dark Star.
Noi siamo i mostri. Siamo noi i protagonisti di questo film dell’orrore. Di ogni film dell’orrore.
È ora di spegnere tutto. Di soffiare sull’ultimo fiammifero. Di restare soli con noi stessi nel buio della sala. Fuori governa il caos. Benvenuti nel regno della razza umana.