Classe 1927, nata a Mola di Bari, regista e fotografa italiana. La sua prima macchina fotografica fu una Zeiss Super Ikonta con obiettivo Tessar. È stata la prima donna a posizionarsi dietro una macchina da presa, dove il mondo era prettamente al maschile, dedicando la sua vita al cinema militante. Nel 1950 provò a entrare al Centro sperimentale, ma una donna regista non era lontanamente concepibile. Lei è la prima cineasta donna e pugliese.
Lei è Cecilia Mangini.
Alla fine degli anni cinquanta il produttore Lucisano (fondatore dell’Italian International Film e la Lucisano Media Group) le propose di girare un documentario. Scelse di raccontare una diversa realtà, insieme a Pier Paolo Pasolini, un altro autore “scomodo”; nascono “Ignoti alla citta”(1958), “Stendalì” (1960), “La canta delle marane”(1962). Documentari che identificano la Mangini come colei che da voce a tutti e tutte coloro che vivono ai margini, dai ragazzini della borgata romana a istanti di vita della cultura contadina e pre-cristiana.
Nel 1965 la Rai le commissiona un’inchiesta, “Essere donne”, che poi verrà esclusa dalla programmazione in sala dalla Commissione del Ministero del Turismo e dello Spettacolo perché, “disattende le aspettative delle aziende”, dato che le operaie sono le protagoniste.
Lungimiranti furono i documentari “Tommaso” e “Brindisi”, dello stesso anno, sul disastro ambientale e sociale della grande acciaieria d’Europa l’Ilva.
Cecilia Mangini è una donna che ha osato guardare, attraverso il mirino della sua macchina fotografica e della sua cinepresa, i rituali di una cultura antica, i cambiamenti della società, le metamorfosi dell’essere umano, la bellezza della diversità.
All’interno della rassegna Vicoli Corti tenutasi a Massafra l’anno scorso, Cecilia Mangini insieme a Paolo Pisanelli presentò “Le Vietnam sera libre”, un documentario sul Vietnam che insieme a Lino Del Fra non sono mai riusciti a terminare perché furono rimpatriati. È quella storia di guerra raccontata attraverso scatti, ricordi, scritti. In quell’occasione ho avuto l’onore di incontrarla, solo standole al fianco, si percepisce la brillante personalità e quanto questa donna sia stata una pioniera per tutte noi.
Quest’anno, in occasione della 38esima edizione del Torino Film Festival, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC), per il suo diciannovesimo anno, le conferirà il Premio Maria Adriana Prolo alla Carriera 2020.
Questo premio è il riconoscimento che va alle personalità del mondo del cinema che si sono distinte nel panorama italiano. In passato il premio fu assegnato a Giuseppe Bertolucci, Marco Bellocchio, all’attrice Piera degli Esposti, Lucia Bosè, Roberto Herlitzka.
Il premio sarà consegnato con una cerimonia online, sulla piattaforma del TFF nel pomeriggio di mercoledì 25 novembre. Su Mymovies a partire dalle 14:00 sarà visibile il documentario “Due scatole dimenticate – Viaggio in Vietnam (2020)”.
“Fotografare in queste condizioni è come essere sbronzi, è navigare in una marea di accanimenti e di esultanze, è smarrire il senso di quello che succede”.
Grazie Cecilia Mangini.
Photo: Cecilia Mangini ©-Paolo-Pisanelli