Sono oltre 5.000 i morti tra Siria e Turchia ma il bilancio si aggrava di ora in ora a seguito del sisma che ha colpito i due Stati dall’alba di ieri. Salgono a 3.419 le persone che hanno perso la vita nel sisma in Turchia mentre l’ultimo bilancio siriano è di 1598, secondo le ong. In Turchia i feriti sono 20.534.
Secondo un aggiornamento dell’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad), sono almeno 120 le scosse di assestamento che si sono verificate dopo il potente terremoto. Il suolo dell’Anatolia si è spostato di almeno tre metri: è la firma di uno dei terremoti più violenti mai registrati in Turchia. Con una magnitudo di 7,8, il sisma avvenuto fra il Sud-Est della Turchia e il Nord della Siria – secondo Alessandro Amato dell’Ingv – è stato mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e 30 volte più forte di quello dell’Irpinia del 1980. La scossa, seguita da centinaia di repliche, è stata registrata dai sismografi di tutto il mondo, fino alla Groenlandia, come ha rilevato l’Istituto geologico danese.
Intanto, l’ANSA comunica che un’altra scossa di terremoto, di magnitudo 7.5, ha colpito il sudest della Turchia. “Il terremoto che ha colpito il Paese la notte scorsa – ha dichiarato il Presidente Turco, Recep Tayyip Erdogan – è stato il più grande disastro registrato dal 1939”.
“L’Unità di Crisi del ministero degli Esteri ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno. Si sta cercando ancora un nostro connazionale, in Turchia per ragioni di lavoro. La Farnesina, fino ad ora, non è riuscita ad entrare in contatto con lui”. Lo ha scritto su Twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.