Dopo la pandemia saremo migliori! E invece siamo decisamente peggiorati. Secondo il Rapporto “Il caso Italia” 2022 di Waste Watcher International, diffuso in occasione della nona Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare sprechiamo in media 595,3 grammi pro capite di cibo a settimana, ovvero 30,956 kg annui, il 15% in più del 2021. Un dato che si accentua al Sud con un +18% di spreco rispetto alla media nazionale e per le famiglie senza figli con un +12% rispetto alla media italiana.
Tutto questo spreco ci costa 7,37 miliardi di euro praticamente il doppio di quanto ha stanziato il Governo per sostenere il contrasto al caro energia. E se questi dati non fossero abbastanza, ci aggiungiamo quello che viene sprecato in tutta la filiera e arriviamo a quasi 10 miliardi e mezzo e 5.164.928 tonnellate di cibo.
L’indagine 2022 Waste Watcher ci dice anche quali sono i cibi più spesso sprecati. Sul podio frutta fresca (27%), cipolle aglio e tuberi (17%), pane fresco e verdure (16%).
“La tendenza a una diminuzione dello spreco alimentare domestico, che a livello nazionale e globale gioca la parte del leone con un’incidenza del 60-70% sulla filiera campo-tavola, ha interrotto sensibilmente il suo slancio positivo con il ritorno alla vita sociale, sia pure in distanziamento e nella delicata convivenza con il virus – spiega Andrea Segrè, fondatore della campagna Spreco Zero e della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare – Una battuta di arresto che si spiega in parte per la ripresa del consumo extra-domestico, pur con tutte le limitazioni del caso e in parte per la difficoltà generale delle condizioni di vita dell’ultimo anno e il disorientamento generato da una pandemia che stenta ad allentarsi”.
Il Rapporto ci dice anche le motivazioni dello spreco. Un italiano su 2 ammette di scordare spesso il cibo acquistato. Un italiano su 3 calcola male le quantità di cibo che servono in casa, ma anche di essere preoccupato di non avere abbastanza cibo a casa, quindi di esagerare negli acquisti.
“L’Italia resta comunque la nazione più virtuosa nel “G8” dello spreco, – sottolinea Segrè – che vede i russi a quota 672 grammi settimanali, gli spagnoli a 836 grammi e quindi i cittadini inglesi con 949 g, i tedeschi con 1081 g, i canadesi con 1144 g, sono i cinesi con 1153 grammi e in fondo i cittadini statunitensi che auto-denunciano lo spreco di 1453 grammi di cibo settimanali. Tuttavia guardando anche alla tipologia dei prodotti che sprechiamo è evidente che dobbiamo fare ancora molta strada per ridurre lo spreco e migliorare la nostra dieta alimentare. La via maestra resta dunque quella di una svolta culturale che sostenga l’adozione e la replica delle buone pratiche nel nostro quotidiano, dall’acquisto del cibo alla sua gestione e fruizione. Per questo rilanciamo – conclude – la proposta di mettere al centro dei programmi di educazione civica, nelle scuole, i temi dell’educazione alimentare e ambientale”.