Dallo scorso venerdì 14 gennaio, non è più possibile acquistare prodotti in plastica monouso e oxodegradabili (plastiche convenzionali additivate di sostanze che le rendono rapidamente frammentabili in piccolissimi pezzi sotto l’effetto del calore e della luce UV), ma solo biodegradabili e compostabili. È infatti stata recepita, come pubblicato nel decreto legislativo sulla Gazzetta Ufficiale, la direttiva europea “SUP” (Single Use Plastic).
Ogni anno sono circa 8 milioni le tonnellate di plastica che finiscono in mare, mettendo in pericolo l’ecosistema marino, danneggiando le spiagge, nuocendo la salute degli esseri umani. L’inquinamento delle acque è a uno stadio così avanzato che si stima, nel 2050, saranno “popolate” più da plastica che da pesci.
L’obiettivo della direttiva SUP è proprio quello di ridurre il più possibile gli impatti negativi di alcuni prodotti sull’ambiente, preservando in particolar modo mari e oceani.
Dovremmo dire addio (finalmente ndr.) a molti oggetti in plastica monouso: piatti, posate, cannucce, agitatori per bevande, aste per palloncini, bastoncini cotonati e alcuni contenitori in polistirolo.
Il divieto comprende ristorazione e gastronomia ma anche la vendita da parte di supermercati e negozi. I trasgressori rischiano una sanzione tra i 2.500 a 25 mila euro.
La legge italiana però non ha recepito totalmente la direttiva europea. Infatti, si legge nella nota Greenpeace Italia, – “per i prodotti in plastica destinati a entrare in contatto con gli alimenti (ad esempio piatti e posate) la legge italiana consente infatti di aggirare il divieto europeo ricorrendo ad alternative in plastica biodegradabile e compostabile. In base alla norma comunitaria, tuttavia, queste dovrebbero essere vietate al pari delle stoviglie realizzate con plastiche derivate da petrolio e gas fossile. Un’ulteriore violazione è l’esclusione dall’ambito di applicazione della direttiva dei prodotti dotati di rivestimento in plastica con un peso inferiore al 10 per cento dell’intero prodotto. Su questa tipologia di articoli i dettami comunitari non prevedono tuttavia alcuna deroga.”
“La nuova legge europea rappresenta un’importante vittoria per l’ambiente e un primo passo importante per contrastare l’abuso di plastica usa e getta, ma – afferma Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia – l’Italia conferma ancora una volta di avere un approccio miope che favorisce solo una finta transizione ecologica. La direttiva offriva l’opportunità di andare oltre il monouso e la semplice sostituzione di un materiale con un altro, promuovendo soluzioni basate sul riutilizzo. Un obiettivo che è stato volutamente ignorato dal nostro Paese. Ci auguriamo – conclude Ungherese – che nelle prossime settimane l’Europa imponga al governo italiano le modifiche necessarie affinché prevalga la tutela dell’ambiente e della collettività anziché i meri interessi industriali. Purtroppo c’è il concreto rischio che venga avviato l’iter per una procedura d’infrazione”.
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