La notizia positiva c’è! Da quando Transparency International ha iniziato a pubblicare la classifica sull’Indice della Percezione della Corruzione la situazione dell’Italia è decisamente migliorata. L’Italia guadagna 3 punti rispetto allo scorso anno, che le consentono di compiere un ulteriore passo in avanti di 10 posizioni nella classifica dei 180 Paesi oggetto dell’analisi.
Transparency International è l’Organizzazione non governativa che dal 1993 monitora la corruzione negli uffici pubblici in 180 Paesi e pubblica la classifica sull’Indice della Percezione della Corruzione (CPI).
Come lo fa? Utilizza 13 strumenti di analisi e di sondaggi rivolti ad esperti provenienti dal mondo del business. Il punteggio è espresso in una scala che va da 0 a 100, tanto più alto è il punteggio minore sarà la corruzione percepita.
Giovanni Colombo, direttore della Ong invita però alla cautela. “Anche se c’è stato questo miglioramento della classifica, dovuta ad una “rafforzata credibilità pubblica”, il punteggio si trova ancora nella soglia critica dei 50 punti. I Paesi che si posizionano sotto questa soglia sono a forte rischio di arretramento “nella tutela dei diritti umani, nella libertà di espressione e di una crisi della democrazia”. In quest’ultimo anno sono 123 su 180, due terzi del totale.
Il progresso dell’Italia evidenziato in questa edizione del CPI, – si legge nel comunicato diffuso da Transparency International – in linea con il costante miglioramento dal 2012 ad oggi, è il risultato della crescente attenzione dedicata al problema della corruzione nell’ultimo decennio e fa ben sperare per la ripresa economica del Paese dopo la crisi generata dalla pandemia. La fase di rilancio del Paese richiede infatti la massima attenzione alla prevenzione dei rischi di corruzione, affinché gli impegni presi per la digitalizzazione, l’innovazione, la transizione ecologica, la sanità e le infrastrutture possano trovare piena realizzazione.