Dopo l’incontro di ieri a Palazzo Chigi, Governo e Regioni sono concordi su un nuovo decreto che contrati la quarta ondata ed eviti pesanti conseguenze alla ripresa economica che timidamente inizia a muovere i primi passi. Concordi anche sul fatto che, per “smuovere” gli 8 milioni di no vax, serva la linea dura.
Il nuovo certicato verde “il super green pass”, si otterrà soltanto con il vaccino o dopo la guarigione dal Covid. Niente più tamponi, che resteranno solo per recarsi al lavoro. Resta da sciogliere il nodo se le nuove regole sul rilascio del certificato dovranno valere solo nelle zone rosse o arancioni, oppure anche nelle aree bianche.
Insomma, come chiesto dalle Regioni, chi avrà il “super green pass” avrà una sorta di corsia preferenziale anche nella vita sociale. Obbligatorio quindi possedere il super green pass per andare al ristorante, al cinema e al teatro e per frequentare palestre e stadi.
Altro nodo da sciogliere è l’obbligo vaccinale. Non più solo il personale sanitario e delle Rsa ma anche insegnanti, forze dell’ordine e dipendenti della pubblica amministrazione che prestano servizio allo sportello.
L’unica certezza al momento, come annunciato dal ministro Roberto Speranza, è che la terza dose potrà essere somministrata non più a sei ma a cinque mesi dal completamento del primo ciclo.
Il messaggio dei governatori delle Regioni è molto chiaro: “eventuali strette vanno misurate sui ribelli del vaccino: non paghino tutti gli italiani”.
Nulla è ancora deciso, ma lo sarà presto in una cabina di regia e successivamente in un Consiglio dei ministri che Palazzo Chigi spera di poter tenere entro giovedì.