Oltre il Covid: sanità sospesa per 35 milioni di italiani

Ida De Carolis

, Attualità

Trentacinque milioni di italiani durante la pandemia di Coronavirus hanno avuto problemi ad utilizzare servizi e prestazioni sanitarie per patologie non Covid-19. Di queste circa 400 mila hanno rinunciato a interventi di ricovero; 600 mila non hanno potuto fare interventi chirurgici e circa 1 milione di persone non hanno avuto le prestazioni di day hospital. Le visite specialistiche sono il servizio al quale, circa 7 milioni di italiani, hanno rinunciato, o dovuto rinunciare, maggiormente.

È il quadro che emerge dalla ricerca della Fondazione Italia in Salute e realizzata da Sociometrica, per quantificare su scala nazionale le conseguenze dell’epidemia sul sistema sanitario impegnato nelle patologie non-Covid. Un ampio studio che esamina, oltre le patologie non-Covid, anche l’impatto sui comportamenti collettivi, lo stato psicologico del Paese e l’atteggiamento di fiducia o di diffidenza verso i vaccini.

Molti italiani, al di là dei vari decreti, hanno modificato spontaneamente alcuni comportamenti quotidiani. Il 63,3% evita di prendere mezzi pubblici, oltre la metà non frequenta più negozi, bar e ristoranti; circa 7 persone su 10 hanno scelto di non vedere più amici e conoscenti dentro casa.

Sotto il profilo dell’impatto psicologico lo studio ha messo in evidenza altre modifiche comportamentali e d’impatto sullo status psicologico. Il 49,1% della popolazione avverte una crescita dello stress; il 43,9% ha smesso, o fortemente ridotto, l’attività fisica; il 28,8% ha difficoltà del sonno; il 27,1% ha malesseri psicologici di tipo generale; il 25,7% mangia di più o ha smesso di controllare la propria dieta; il 16,5% accusa sintomi di depressione.

Focus anche sulle conseguenze dell’epidemia sui minori. Quasi il 60% dei genitori intervistati crede che la pandemia abbia avuto un impatto psicologico sui figli minorenni, infatti per 1 genitore su 4 i minori sono stati quelli maggiormente colpiti, soprattutto nel caso di famiglie poco istruite. La ricerca ha rivelato che più basso è il titolo di studio dei genitori e più grave è l’effetto dell’epidemia sui minori.

La fiducia nei vaccini anti-Covid. Per quanto riguarda i vaccini e la percezione mostrata dagli italiani, dallo studio emerge che il 7,5% non intende farlo, il 9,9% attende di capire di più, mentre il 7,6% vorrebbe poter scegliere quale vaccino fare. Un intervistato su quattro, però, “non vede l’ora” di fare il vaccino e il 40,5% attende tranquillamente il proprio turno. A desiderare di essere vaccinate sono le persone con patologie di vario tipo e anche dal punto di vista sociale ci sono significative differenziazioni, perché sono le persone più istruite a essere più favorevoli ai vaccini.

Foto di Oles kanebckuu da Pexels

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