La critica che spesso mi viene mossa è che prediligo, e consiglio, libri “mattoni” cioè quelli che hanno più di 150 pagine. Per dimostrare la (quasi) falsità di questa affermazione, mi trovo a consigliarvi un romanzo breve: La morte a Venezia di Thomas Mann.
Un libro ambientato in una Venezia sporca e malata, malattia data dell’epidemia di colera che attraversa la città.
Il protagonista Gustav Aschenbach, un anziano scrittore di Monaco, decide di dover fare un viaggio, a Venezia per l’appunto.
Qui incontrerà Tadzio, un bellissimo ragazzo che farà perdere completamente la testa al protagonista.
Tadzio rappresenta un ideale di bellezza neoclassica, ideale che è sempre stato presente nella letteratura di Aschenbach. L’incontro con il giovane ragazzo farà cambiare completamente il modo di essere di Aschenbach che passerà dall’elogio di una vita dell’ideale apollineo allo sprofondare completamente nel suo opposto, l’ideale dionisiaco.
La fine di tutto il sogno sarà la morte per colera che colpirà Aschenbach, in un ultimo sguardo con Datzio. Il consiglio è quello di assaporare queste poche ma dense pagine e godere dell’arte della descrizione di Mann.
Libro adatto a qualunque stagione e momento della giornata, purché si legga senza pregiudizi e preconcetti.
“(…) Con meraviglia Aschenbach vide che il ragazzo era di una bellezza perfetta. Il suo viso, pallido e graziosamente chiuso, attorniato da ricci color miele, col naso dritto, la bocca amabile, un’espressione di gentile e divina serietà, ricordava le sculture greche dei tempi più nobili, e accanto alla purissima perfezione della forma recava un fascino così unico e personale, che parve al riguardante di non aver mai veduto né in arte né in natura nulla di così felicemente riuscito.”