Esponente di punta della letteratura distopica, il consiglio di lettura è 1984 di George Orwell.
Quest’opera, purtroppo, ciclicamente torna ad essere usata impropriamente per criticare nuove norme o disposizioni in nome delle libertà personali.
Durante l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, ancora in corso, molte sono le persone che, sui vari media, hanno condiviso citazioni di questo testo. Secondo il parere di chi scrive, queste citazioni e riferimenti all’opera di Orwell vengono da gente che sostanzialmente il libro non l’ha mai letto o che, pur leggendolo, non ha capito granché.
Ma torniamo al testo. La storia narrata è ambientata in un mondo, successivamente ad una guerra atomica, diviso in tre potenze, tra di loro in guerra. Una di queste, il superstato Oceania, è governato dal Grande Fratello, un oscuro e inconoscibile personaggio che controlla la vita pubblica e privata dagli abitanti di questo Stato.
La libertà è totalmente abolita, i libri e i giornali vengono controllati e modificati per essere conformi al potere, la “psicopolizia” controlla i pensieri dei cittadini, ecc.
Il protagonista Winston Smith è un dipendente del “ministero della verità”, il suo lavoro è quello di revisionare i giornali e i libri. Ad un certo punto della sua vita si innamora di una ragazza e, insieme a lei, cerca di “evadere” da quel mondo, tentativo che però non riuscirà.
Una storia che racconta la volontà di Smith di cercare di pensare in maniera diversa rispetto all’ordine costituito, di ribellarsi ad una realtà che non riconosce: in poche parole cerca la Libertà.
Indubbiamente nel testo possiamo notare la critica dello stesso Orwell al regime stalinista, critica che è, se possibile, ancora più evidente in un altro suo testo noto, La fattoria degli animali.
Consiglio vivamente la lettura di questo romanzo per approcciarsi allo stile anticonformista di Orwell, ma anche per approfondire, o scoprire, la letteratura distopica.
Un libro da leggere in qualsiasi periodo dell’anno, evitando paranoie e facili accostamenti alla nostra realtà. Perché, quando leggiamo un libro, occorre sempre contestualizzare e lasciarsi trasportare dalla magia di questi strani oggetti.
“Alzò lo sguardo verso quel vuoto enorme. Ci aveva messo quarant’anni per capire il sorriso che si celava dietro quei baffi neri. Che crudele, vana inettitudine! Quale volontario e ostinato esilio da quel petto amoroso! Due lacrime maleodoranti di gin gli sgocciolarono ai lati del naso. Ma tutto era a posto adesso, tutto era a posto, la lotta era finita. Era riuscito a trionfare su se stesso. Ora amava il Grande Fratello.”