Da quasi un anno le mura domestiche sono state il teatro della nostra vita a causa della sciagurata pandemia.
Intonacati, tinteggiati, abbelliti e valorizzati, magari per alcuni anche bestemmiati e utilizzati per sbatterci la testa.
Fuori le mura una Natura che si riappropriava dei suoi spazi e ci dimostrava che le sciagure ambientali sono dannose per l’Uomo, tanto Lei ha la pazienza e il tempo per riprendersi tutto soprattutto senza di noi.
Le nostre abitudini, la nostra vita hanno trovato un muro, un ostacolo inaspettato, non programmato, non previsto e adesso ci stiamo riorganizzando, magari alcuni sperano di poterci evolvere.
Considerare un problema come una spinta a migliorarci è una conferma al fatto che solo come comunità possiamo fare muro e difenderci dalle avversità. Gravi perdite abbiamo subito nella solitudine delle nostre mura del pianto, ma stiamo cercando di abbattere quel muro d’indifferenza che ci faceva egoisti e attenti solo al nostro piccolo orticello.
A volte purtroppo percepiamo lo Stato lontano da quelli che sono i problemi della vita quotidiana, le nostre istanze sembrano sbattere contro un muro di gomma e le dinamiche politiche difficili da comprendere e soprattutto ingiustificate in un momento in cui vorremmo avere un sostegno.
Abbiamo bisogno di unità, solidarietà, tolleranza e integrazione, abbiamo bisogno di altalene conficcate tra i muri di divisione. Mettere al muro le incomprensioni.