Queste sono ore decisive per il futuro di Taranto e dei tarantini.
Negli anni in cui è sorta una delle più grandi aziende siderurgiche d’Europa, Taranto e comuni limitrofi hanno conosciuto i cosiddetti tempi d’oro con tutti i pro e i contro di un sistema che, sappiamo bene, era ed è basato prettamente sul guadagno economico di pochi.
Oggi però il contesto è cambiato, oggi siamo a conoscenza di tutta una serie di studi che dimostrano una elevata incidenza di casi di tumore e non solo, riscontrabili sia sui lavoratori che sugli abitanti, del processo Ambiente svenduto, della condanna al governo italiano da parte della Corte di Strasburgo per non aver tutelato i cittadini di Taranto, dei Wind day che periodicamente negano ai bambini di poter giocare o di poter raggiungere le scuole.
È come se il mondo continuasse a procedere nel suo cammino, tranne Taranto e i suoi bambini. Nascosti dalle polveri sottili e dai veleni sotto quella cappa, costretti a respirare quel cocktail di sostanze che danneggia pian piano e poi uccide.
Il contesto è cambiato, non ci sono più le condizioni di sicurezza dal punto di vista lavorativo e di salute, è una fabbrica che se non uccide per i veleni, uccide perché si è staccato un pezzo dal soffitto.
La politica non può continuare a ritenere come punto prioritario il profitto a discapito di un intero territorio, si sta perpetuando un’azione criminale che è sotto gli occhi di tutti.
L’ Accordo che il Governo si appresta a firmare compiace Mittal e basta, il quale potrà continuare a fare i propri interessi ed è l’ennesima firma che, ancora una volta, segna la volontà politica di lasciare Taranto senza un futuro.
Chiediamo la chiusura di tutte le fonti inquinanti con una programmazione reale che metta al centro la dignità e la salute delle persone, due principi che in tutti questi anni sono venuti meno.
È necessario, però, che tutte le associazioni e comitati convergano nella stessa direzione, senza personalismi e senza rendere la salute una questione di appartenenza. Ora più che mai, tutte le realtà tarantine devono cooperare tra loro, creando i presupposti per lo sviluppo di un’azione sinergica e comune proprio come è stato fatto per Grottaglie, che ha vinto la battaglia contro una delle discariche più grandi d’Europa. Solo con un’opinione pubblica coesa e compatta si potranno rivendicare quei diritti che da anni la città pretende e che la politica nazionale nega.