L’aeroporto Marcello Arlotta nato nel lontano 1916, ha svolto negli anni soprattutto funzioni militari, con la sua vocazione alla difesa rimarcata dalla costruzione della base della marina Maristaer.
La duttilità dello scalo Grottagliese si mostrò nel 1999 durante la guerra del Kosovo, nel corso del conflitto la stazione aeroportuale locale fu, per diversi mesi, l’unico aeroporto civile pugliese, dimostrando tutta la sua efficienza.
La svolta arrivò nel 2006, quando Grottaglie venne scelta come sede di uno stabilimento, dell’allora Alenia, per la costruzione di fusoliere per il 787 Dreamliner della Boeing e con la pista dello scalo che rappresenta lo strumento ideale per il trasporto delle stesse fusoliere.
La struttura, inoltre, per sua conformazione, è stata poi individuata nel 2018, come unico spazioporto dell’unione europea, infatti da qui nel 2023 partiranno i primi voli suborbitali.
La stessa Regione Puglia, proprietaria dell’aeroporto, da tempo sta investendo nello scalo per il suo ammodernamento in sinergia con tutte le Istituzioni interessate, da ciò nasce la candidatura del sedime aeroportuale a zona ZES (Zona Economica Speciale) e l’inserimento dello stesso nel CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo) Taranto.
Ad oggi abbiamo dunque un distretto aerospaziale composto dallo stabilimento Leonardo e da uno scalo che ha tutte le carte in regola per conquistare un ruolo da protagonista nel prossimo futuro.
Facile comprendere che la leva economica derivante da questi investimenti può “travolgere” tutto il territorio ionico, con ricadute positive in ambito imprenditoriale ed occupazionale in una rete territoriale che guarda anche al porto di Taranto, favorendo la crescita di un’economia sostenibile.
Il progetto è ambizioso e tutte le istituzioni interessate, dagli enti locali all’UE, hanno il dovere di individuare risorse specifiche e calibrate, adattandole alle esigenze del territorio affinché niente più sia calato dall’alto ma tutto nasca dai fabbisogni delle comunità locali.