Il 2020 sarà ricordato come un anno incredibile, un anno che ha stravolto le certezze di tutti gli abitanti di questo pianeta.
I paradigmi che fino a ieri ci hanno guidato sono stati messi in discussione senza potercene rendere conto.
Da marzo tutto è cambiato, i rapporti sociali non possono essere più gli stessi e , almeno per il momento, non possiamo abbracciare gli amici ma ci sono cose che forse non ci saranno più o non potremo fare più.
Questa emergenza sanitaria ha dovuto mettere in conflitto la salute contro l’economia; la prima parte della pandemia ha imposto regole rigidissime al mondo economico per salvaguardare il sistema sanitario e siamo riusciti, con forti sacrifici, a limitare il contagio.
Queste limitazioni hanno colpito quasi tutti i settori produttivi, eccetto alcune attività rigidamente legate al sistema sanitario. Alcune poi sono state chiuse per un maggior numero di settimane rispetto ad altre ma la riduzione dell’attività economica e produttiva c’è stata comunque.
E quali conseguenze a seguito di queste chiusure?
Difficile quantificare adesso ma le nuove restrizioni che vigono adesso produrranno degli effetti nel 2021. Difficile anche fare una classifica dei settori della nostra economia maggiormente colpiti in questo 2020 ma ce ne sono alcuni, a mio avviso, che hanno sofferto più di altri e penso al settore turistico-culturale che, nonostante una discreta estate, sta soffrendo tantissimo, il settore della ristorazione insieme a quello dei bar, ecc.
Una prima considerazione pratica riguarda l’osservanza delle prescrizioni da parte di tutte le attività che, anche quando le limitazioni nelle aperture si sono attenuate, sono state rispettate.
La seconda considerazione invece è più generale, non si deve pensare che la chiusura di un singolo settore non abbia inciso in altri, le attività economiche sono collegate e questi 2 mesi di stop hanno fermato letteralmente il mondo economico.
Il futuro non possiamo conoscerlo ma saranno mesi difficili, dopo che l’emergenza sarà finita la ripartenza economica potrebbe essere difficile se non impossibile per molte imprese; ecco perché le scelte del governo, che dovrà gestire i famosissimi 209 miliardi, dovranno essere coraggiose.
Le decisioni che il governo prenderà, dovranno essere di medio periodo e non pensare all’immediato. L’Italia ha bisogno di riforme strutturali e l’occasione del recovery fund non deve essere persa.